A Palazzo della Penna "Rinascimento in bottega: Perugino tra i grandi della storia"
Resterà aperta fino al 28 gennaio 2024 la mostra “Rinascimento in bottega. Perugino tra i grandi della storia” aperta al Museo Civico di Palazzo della Penna, a Perugia, il 29 ottobre. Organizzata dal Comune, in partenariato con l’Università degli Studi e il Nobile Collegio del Cambio, si avvale del contributo del “Comitato promotore delle celebrazioni per il quinto centenario della morte del pittore Pietro Vannucci detto Il Perugino”.
Il percorso espositivo si snoda attraverso le sale espositive del Museo civico di Palazzo della Penna che ospitano circa quaranta opere provenienti da alcuni dei più prestigiosi musei nazionali: Gallerie degli Uffizi, Reggia di Caserta, Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, Accademia di Belle Arti di Brera, Musei del Bargello, Museo d’Arte Moderna di Bologna – MAMbo e Galleria Nazionale di Parma – Complesso Monumentale della Pilotta.
Numerose anche le collaborazioni con soggetti istituzionali che hanno aderito al progetto aprendo le porte delle loro raccolte: Comuni di Asciano, Carpi, Città della Pieve, Genova, Napoli, Padova, Parma, San Severino Marche, Sansepolcro e la Fondazione Brescia Musei. Importanti prestiti provengono da prestigiose collezioni private tra le quali la collezione di Palazzo Foresti, il Polo Culturale Pietro Aldi e Antichità Castelbarco.
A livello locale, si evidenzia la collaborazione con la Fondazione Perugia che ha concesso tre opere dalle proprie collezioni; preziosa anche l’intesa con l’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” che ha partecipato al progetto con il prestito di sei dipinti, uno dei quali è stato anche scelto come immagine guida della mostra.
La mostra di Palazzo della Penna, come evento conclusivo dell’anno dedicato alle celebrazioni per il quinto centenario della morte di Pietro Vannucci, sceglie di proporre ai visitatori una lettura inedita della vicenda peruginesca, incentrando la riflessione sul tema della “bottega dell’artista”, che si inizia a delineare in epoca medievale, in particolare con l’affermarsi dell’arte di Giotto, per poi consolidarsi, nelle sue più tipiche caratteristiche, durante il periodo del Rinascimento anche grazie a Perugino, le cui doti imprenditoriali sono note non meno delle abilità artistiche.
Il percorso espositivo ripercorre, dunque, la maniera in cui i pittori ottocenteschi, in pieno periodo romantico, rivisitarono l’opera dei grandi maestri rinascimentali, ricostruendo – a partire dallo studio di fonti documentarie e letteratura artistica – una storia per immagini che evidenzia non solo le capacità tecniche che si trasmettevano all’interno delle botteghe, dove arte e mestiere coesistevano, ma anche le loro umane debolezze, la loro aspirazione nel farsi eccellenti, le loro vicende sentimentali, il loro rapporto con il reale, le loro fragilità.
La curatela della mostra è stata affidata a Cristina Galassi, docente di storia della critica d’arte nell’Ateneo di Perugia nonché direttore della Scuola di specializzazione in beni storico artistici, e a Francesco Federico Mancini, docente di storia dell’arte moderna nell’Ateneo di Perugia, che a più riprese si è occupato dell’artista. L’esposizione si apre al pubblico grazie all’impegno della Unità Operativa Cultura, guidata dalla dirigente, Maria Luisa Martella, che ne ha coordinato la fase scientifica e quella organizzativa.
A corredo dell’esposizione un ricco catalogo a colori, edito da Aguaplano, il cui contributo centrale è costituito dal saggio del curatore Francesco Federico Mancini, che si presenta come un’accurata riflessione sui pezzi in mostra, opportunamente contestualizzati. La co-curatrice Cristina Galassi è invece autrice di un saggio intitolato Vite favolose e leggendarie. Topoi e aneddotica dei pittori umbri del Rinascimento.
I titoli degli altri contributi sono “Romanticismo storico: presenze, assenze, gerarchie nelle biografie degli antichi maestri” di Caterina Bon Valsassina, “Immagini parlanti di persone conosciute tra noi”. La rappresentazione degli “antichi maestri” tra storiografia e memoria identitaria in Umbria nel XIX secolo di Alessandra Migliorati, L’aneddoto dell’Elena di Zeusi tra teorici e pittori di Sonia Maffei.
Il contributo finanziario del Comitato promotore delle celebrazioni, unito a quello del Comune di Perugia, ha permesso di effettuare interventi conservativi su ben 18 opere d’arte, conferendo così alla mostra un ruolo rilevante anche dal punto di vista della salvaguardia e valorizzazione del patrimonio nazionale.
Il progetto è stato supportato da un qualificato comitato scientifico costituito – oltre che dai curatori della mostra – da Caterina Bon Valsassina, Sonia Maffei, Maria Luisa Martella e Alessandra Migliorati.