Il “Perugino di San Pietro” svela i veri ritratti di San Costanzo e Sant'Ercolano ribaltando una consuetudine secolare
La scoperta grazie al lavoro di ricostruzione della predella della grandiosa Ascensione di Cristo in mostra fino al 7 gennaio nella Galleria Tesori d’Arte del Complesso monumentale di Borgo XX Giugno a Perugia.
Laura Teza, professoressa associata di Storia dell’Arte moderna dell’Università degli Studi di Perugia e curatrice della mostra: “Abbiamo tutti gli elementi per optare per un’inversione iconografica tra i due santi protettori della città”.
Il Perugino di San Pietro rivela dopo secoli i veri ritratti di San Costanzo e Sant’Ercolano: è stato l’importante lavoro di ricostruzione della predella della grandiosa Ascensione di Cristo che Pietro Vannucci aveva dipinto per la Basilica – in mostra fino al 7 gennaio nella Galleria Tesori d’Arte del Complesso monumentale di Borgo XX Giugno – a permettere di attribuire finalmente in maniera corretta le vere identità alle due opere dedicate ai due patroni di Perugia.
“Grazie al nostro lavoro di ricerca – spiega Laura Teza, professoressa associata di Storia dell’Arte moderna dell’Università degli Studi di Perugia e curatrice della mostra – siamo arrivati a una conclusione che ribalta la corrente consuetudine di riconoscere San Costanzo nel vescovo che, assorto, legge il libro aperto, e Sant’Ercolano in quello che guarda verso l’esterno”.
Il santo che legge, in un contesto perugino di fine Quattrocento, “evoca la posa di un altro famoso ritratto di vescovo proposto da Luca Signorelli in una prestigiosa pala cittadina. Si tratta del Sant’Ercolano assorto in lettura della pala Vagnucci che il pittore dispose nella omonima cappella per tramandare la fisionomia del vescovo Jacopo Vagnucci che, per circa quarant’anni, aveva governato la diocesi perugina. Tale rilievo è stato confermato, indirettamente, da una nota dello storico Francesco Piagnani che, trattando della copia del dipinto in questione da parte di Sassoferrato, accennava rapidamente a un’incisione sul frontespizio del libro di Cesare Brancadoro Atti di S. Costanzo vescovo e martire di Perugia protettore della cattedrale di Orvieto, presente negli archivi della Biblioteca comunale Augusta di Perugia”. A un riscontro diretto tra l’incisione e la tavoletta corrispondente “la coincidenza è totale e certificata dalla nota in calce – prosegue Teza – in cui si specifica che l’immagine è tratta dalla pala di Perugino presso i monaci cassinesi di Perugia, e quindi si può effettivamente optare per un’inversione iconografica tra i due santi protettori”.
La mostra Il Perugino di San Pietro per la prima volta riporta a Perugia e riunifica tutti e undici gli scomparti della predella dell’Ascensione di Cristo dipinta per la basilica: tra questi, l’Adorazione dei Magi, la Resurrezione e il Battesimo vengono dal Museo di Rouen, e sono tra i dipinti più spettacolari dell’intera carriera di Perugino, con colori e una resa delle forme e del paesaggio, sorprendenti per luminosità e modernità. L’esposizione – in programma fino al 7 gennaio 2024 – è promossa dalla Fondazione per l’Istruzione Agraria e dall’Università degli Studi di Perugia, con il contributo del Comitato promotore delle celebrazioni per il quinto centenario dalla morte del Perugino, main sponsor Brunello Cucinelli spa, il sostegno del GAL Media Valle del Tevere, la partecipazione del Musée des Beaux-Arts di Rouen e i Musei Vaticani, il patrocinio della Regione Umbria, del Comune di Perugia, dell’Ambasciata di Francia e del Consolato Onorario di Francia a Perugia, la collaborazione di Isola San Lorenzo, Comune di Città della Pieve e Fondazione Ranieri di Sorbello, la Basilica di San Paolo fuori le Mura, il Centro di Studi Storici Benedettini.